Marco Scaglione
La mia biografia professionale e la mia storia sono legate insieme, tenute forte da un laccio che si chiama passione. Sono fortunato: il mio lavoro mi piace, mi diverte e mi riempie di soddisfazioni.
Ho imparato io e poi ho deciso che era giusto mettere al servizio del gusto degli altri quanto sapevo fare
Di origine indiana, la pianta di guar (Cyamopsis tetragonolobus) è una leguminosa coltivata in diverse parti del mondo – India, Pakistan, Cina, Australia, Africa e Stati Uniti – che può raggiungere i due metri d’altezza. I baccelli che genera contengono mediamente 5-9 semi, che una volta raccolti vengono fatti essiccare, sbucciati e macinati. Il prodotto di questa lavorazione è una polvere fine di colore biancastro e solubile in acqua, nota come gomma o farina di guar, sostanza dall’elevato potere addensante.
Il basso costo, rende la gomma di guar indicata per diversi utilizzi, oltre alla produzione alimentare (identificata anche con la sigla E412) trova infatti applicazione in ambito farmaceutico e cosmetico – per le sue proprietà emollienti è usata nelle creme idratanti e detergenti, nei dentifrici e nei prodotti per i capelli.
Nella fattispecie del food, le sue proprietà addensanti, emulsionanti, stabilizzanti ed ispessenti vengono sfruttate nella preparazione di numerosi prodotti che richiedono cremosità o rotondità al palato.
Le sono state attribuite proprietà benefiche, come approfondito da una review realizzata dal Dipartimento di Tecnologia alimentare dell’Università indiana Guru Jambheshwar di Hisar e pubblicata nel 2014 su Journal of Food Science and Technology.:
Tuttavia, l’utilizzo di gomma di guar ad alte dosi può causare effetti collaterali sull’intestino, quali meteorismo, diarrea e nausea, oltre a un freno nell’assorbimento di nutrienti utili all’organismo, effetto che può manifestarsi anche in caso di assunzione di antibiotici.